I Fossi del Fondovalle

L’orografia della Valle dei Casali, così come tutte le valli dell’Agro Romano, è segnata dalla presenza di fossi, ora per la maggior parte interrati, che nei decenni scorsi erano conosciuti come “marrane” e che costituivano risorse per l’irrigazione dei campi ma anche luogo di svago e di ristoro estivo per gli abitanti delle campagne e dell’immediata periferia romana.
Il fosso di Affogalasino è un torrente che ha origine nell’Agro a Nord di Roma e si getta nel Tevere, come affluente di destra, in prossimità del Trullo.

Presso gli studiosi è tuttavia popolare la suggestiva ipotesi che l’etimo derivi dallo spregiativo epiteto di «asini» con cui erano chiamati i primi cristiani, e dalla consuetudine locale di dare loro il «martirio per annegamento», gettandoli da un ponticello di pietra. Questa leggenda troverebbe riscontro nella Passio dei Martiri portuensi Simplicio, Faustino e Beatrice, i cui corpi, gettati da un «pontem lapideum» (un ponte di pietra) arrivarono poi, trasportati dalle acque, fino all’ansa della Magliana. (fonte arvaliastoria.it)

Percorre da nord a sud la Tenuta di Villa York e prosegue fino alla Via Portuense lungo la via omonima. Dal 1940 il fosso scorre in canalizzazione sotterranea sotto l’attuale via del Trullo.
Il Fosso di Papa Leone percorreva la campagna nel tratto dove è ora la Via Frattini, tra l’Imbrecciato e Villa Bonelli, sfociando nel Tevere in prossimità del ponte della Magliana. Da fonti storiche orali pare che già nel 1800 le case storiche di via dell’Imbrecciato abbiano cominciato la captazione delle acque della sorgente per usi domestici, con una rete di gallerie e pozzi scavati nelle cantine, provocando l’essiccamento del torrente. (fonte arvaliastoria.it)

Attualmente l’ambito dei fossi consente comunque la sopravvivenza di alcune specie vegetali di argine di torrenti quali salici, pioppi, sambuco, tifa, lemna e felci oltre a estesi canneti di Arundo donax, rifugio di diverse specie ornitiche.